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Maschere e riti della tradizione a Venezia: ecco il carnevale delle pro loco d'Italia

21 febbraio 2020

grafica nazionale carnevale 2020

Cinque i gruppi che sfileranno, con oltre 200 figuranti, dalle 15 di lunedì 24 febbraio. Protagonisti l' "Associazione Culturale Folcloristica Ortensia" di Ortezzano (Marche), “I 70 colori dell'arcobaleno ” di Piediripa (Marche), i “Mamutzones Antigos di Samugheo” di Oristano (Sardegna), i "Domini Gothici Gens" di Castello di Godego (Veneto) e il “Carnevale di Persiceto” (San Giovanni in Persiceto, Emilia-Romagna).

La riproposizione di un'affascinante leggenda, un gruppo in maschera in un’atmosfera fiabesca, la suggestiva sfilata di maschere con sembianze umane e animale, la rievocazione di una festa di carnevale del '700 veneziano (con abiti d’epoca) ed una sfilata di personaggi in costume con riti che affondano le radici nella storia.
Sono “I Carnevali della tradizione” individuati dall’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia che, per il terzo anno consecutivo, giungeranno da diverse regioni d’Italia ampliando l’offerta del Carnevale di Venezia. Cinque i gruppi selezionati, con oltre 200 figuranti, legati dal comune denominatore di esibizioni che si tramandano generazioni o emanano un legame storico con l’identità del territorio.
A partire dalle 15 di lunedì 24 febbraio si esibiranno in piazza San Marco: l’ Associazione Culturale Folcloristica Ortensia (Ortezzano, Marche), “I 70 colori dell'arcobaleno ” (Macerata, Marche), i “Mamutzones Antigos di Samugheo” (Oristano, Sardegna), i "Domini Gothici Gens" (Castello di Godego, Veneto) e il “Carnevale di Persiceto” (San Giovanni in Persiceto, Emilia-Romagna).
“Salutiamo con soddisfazione la terza edizione de "I Carnevali della tradizione" che nel pieno solco dell’attività compiuta dall’Unpli, esaltano, con maschere, riti e sfilate, il patrimonio immateriale dei territori. Un’iniziativa resa possibile grazie alla disponibilità del Carnevale di Venezia, alla disponibilità delle singole Pro Loco e promossa dall’Unpli” afferma il presidente dell’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia, Antonino La Spina.
Cultura e folclore anche nel caso de "I Carnevali della Tradizione" rappresentano le coordinate per scoprire e valorizzare identità e tradizioni” sottolinea il vicepresidente nazionale e responsabile del dipartimento nazionale Patrimonio Culturale-Ambiente-Paesaggio dell'Unpli, Fernando Tomasello.
Per Giovanni Follador presidente di Unpli Veneto: “E' un onore ospitare nella nostra terra le Pro Loco Italiane, accogliamo con entusiasmo questa importante iniziativa. Inoltre siamo particolarmente orgogliosi che quest'anno a rappresentare il Veneto sia la Pro Loco Godigese di Castello di Godego (Tv)".
"I Carnevali della tradizione" si inseriscono nella complessiva opera di recupero, tutela e valorizzazione del patrimonio immateriale culturale avviata da tempo dell’Unione Nazionale delle Pro Loco: un’attività riconosciuta dall’Unesco presso cui l’Unpli è accreditata.

SCHEDE A CURA DELLE SINGOLE ASSOCIAZIONI

Associazione Culturale Folcloristica Ortensia: la magia dei Monti Sibillini tra fate, fuoco e folletti (Ortezzano, Marche).

Il gruppo Ortensia rievoca un’antica leggenda dei monti sibillini e narra delle fate della sibilla, bellissime ragazze dai piedi caprini. Nelle notti più buie uscivano dalle grotte per poter incontrare giovani pastori con i quali danzavano ed amoreggiavano con il suono dell’organetto. Contornati da folletti ballavano il "salarello" fino alle prime luci del giorno per poi scappare di nuovo nelle loro grotte.

“I 70 colori dell'arcobaleno” di Piedirippa (Marche).

Effetti speciali, realizzati con fumi colorati, ed un gruppo di 50 elementi in costume, fra i quali quelli di una scuola di ballo acrobatica di Macerata, renderanno omaggio ai colori dell’arcobaleno.

“Mamutzones Antigos di Samugheo”

Le maschere dei Mamutzones di Samugheo (Oristano) si inseriscono nel ricchissimo repertorio carnevalesco delle zone interne della Sardegna, dove il culto della tradizione è ancora vivo.Le maschere di Samugheo sono quelle che conservano maggiormente le origini e rappresentano la passione e la morte di Dioniso, dio della vegetazione, che ogni anno moriva e rinasceva, come nei cicli della natura.
Dionisio è rappresentato dalla maschera zoomorfa de "S'Urtzu", un capro che viene tenuto per la vita da "Su Omadore", il suo guardiano. Il capro avanza e ogni tanto cade a terra fingendo la passione che precede la sua morte.
Le maschere dei "Mamutzones" rappresentano i seguaci di Dioniso. Si vestono di pelli e nascondono il volto con un copricapo di sughero munito di autentiche corna caprine o bovine, cercando di raggiungere l'estasi dionisiaca e lasciandosi possedere dal dio per rendersi simile a lui.
I sonagli servono ad allontanare dalla cerimonia gli spiriti del male.

"Domini Gothici Gens" (Castello di Godego, Veneto)

La Pro Loco di Castello di Godego presenta uno dei suoi gruppi del Corteo Storico: Domini Gothici Gens. I costumi, che sono di proprietà della stessa Pro Loco, vi permetteranno di rivivere una vera festa di carnevale del '700 veneziano che si tenevano nelle ville settecentesche. I movimenti lenti e aggraziati delle dame e dei cavalieri rimandano all’eterno gioco del corteggiamento e della seduzione e fanno rivivere allo spettatore ambienti e situazioni di un lontano passato.

Carnevale di San Giovanni in Persiceto – Emilia Romagna

La storia di questo carnevale è molto antica: la prima edizione ufficiale risale al 1874, quando fu fondata la Società di Bertoldo, ma secoli prima se ne trovano le tracce in scritti di studiosi di storia locale che risalirebbero al periodo dell’invasione longobarda.
Come tutte le più grandi e famose manifestazioni carnevalesche, anche nel Carnevale Persicetano ci sono sfilate di carri allegorici, gruppi mascherati e costumi coloratissimi; la caratteristica che distingue queste due manifestazioni carnevalesche dalle altre è l'esecuzione dello Spillo, o meglio “al Spéll”, termine dialettale che, nel contesto del Carnevale Persicetano, va ad indicare gli effetti speciali mediante i quali il carro subisce una metamorfosi, una vera e propria trasformazione, che dischiude e rende manifesto il suo significato allegorico nascosto.
La stella del Carnevale Persicetano è rappresentata dal personaggio che qui ha avuto i natali, ovviamente un personaggio frutto della fantasia popolare: Bertoldo (Bartôld). Accompagnato dal di lui figlio, Bertoldino (Bartuldéin) e la madre di questo Marcolfa (La Marcòulfa).
Queste figure immaginarie, ma come spesso avviene, non del tutto inventate, nacquero dalla fantasia dello scrittore bolognese Giulio Cesare Croce (1550-1609) e col passare degli anni e dei secoli divennero sempre più care al popolo persicetano.
Nel 1606 Croce scrive la sua opera più conosciuta: “Le Sottilissime Astuzie di Bertoldo”, in cui il villano Bertoldo, giunto alla corte del Re Alboino, lo stupisce e diverte per la sagacia ed astuzia con cui riesce ad uscire dai guai in cui, per la sua natura burlesca, inevitabilmente si invischia ( ma la stessa tendenza a procurarsi guai doveva averla anche il suo creatore, se è vero che l'unico documento su Giulio Cesare Croce che ci è giunto riguarda un processo intentatogli dal cognato nel 1590: in famiglia c'era una prostituta notoria; il Croce si lasciò scappar detto che ce n'era più d'una…). Bertoldo è la quintessenza dell'arguzia, della scaltrezza, dello sberleffo irriverente, del linguaggio essenziale, diretto, immediato, fatto di cose concrete e quotidiane.
Per questo ed altre cose ancora, Bertoldo è da sempre l'ispiratore del Carnevale Persicetano. Bertoldo è entrato nell'immaginario collettivo come il contadino “scarpe grosse e cervello fino”, definizione che non fa giustizia alla complessità del personaggio, che porta in sé tutta la vitalità della gente dei suoi luoghi, condita sì dall'ironia e dallo sberleffo irriverente, ma anche dalla corporalità e dalla visceralità che gli permettono di sentire e capire le cose ad istinto, e che ne fanno la maschera ideale per un carnevale di passioni come quello Persicetano.
Inutile dire che proprio Bertoldo, assieme a Bertoldino e la Marcolfa, accompagnano i carri carnevaleschi per tutto il corso delle sfilate.

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